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Sul acrocoro roccioso che gli fa di base, s\u2019innalza il Castello con la sua poderosa struttura fatta di muraglie cieche a scarpata e di possenti volte in pietra locale.
\nIl Castello di Porto Venere rappresenta un vero modello di architettura militare genovese, anche se la sua fisionomia ha subito, sia nell\u2019apparenza esteriore, che nella disposizione interna, alcune mutazioni legate al progresso delle fortificazioni e delle armi da fuoco.
\nA prima vista il Castello si presenta come un massiccio monoblocco, ma, in realt\u00e0, consiste in due grandi corpi distinti racchiusi fra mura ciclopiche: un \u2018corpo basso\u2019 con prospetto e portone d\u2019ingresso principale sulla grande \u2018sala ipostila\u2019 (nome derivante dai templi antichi coperti da tetto piano sostenuto da colonne) ed un secondo portone d\u2019accesso al sommo del scalinata.
\nSopra la suddetta \u2018sala ipostila\u2019 \u00e8 situata la \u2018Casa del Castellano\u2019, poich\u00e9 nel 1500 nel Castello risiedeva un Castellano o Capitano del Popolo, indipendente dal Podest\u00e0 di Porto Venere. Siccome alla fortezza era assegnata una guarnigione di balestrieri e di archibugieri, dovevano certamente esistere diversi locali per abitazione, ora non pi\u00f9 identificabili.
\nLa spianata del \u2018corpo alto\u2019 a livello della copertura della \u2018sala ipostila\u2019 dovette essere aggiunta nel XVI secolo, proprio per conseguenza dell\u2019introduzione di armi da fuoco.
\nLa parte nord del Castello, comprendente i resti accennati della rocca cinquecentesca, con l\u2019inaccessibile cortina che la cinge ai due lati, gli ampli camminamenti e le garitte a feritoia che vi sono disposti, appare soprattutto attrezzata per la difesa convenzionale con gli archibugi ed armi idonee a respingere gli assedianti. Invece nel grande \u2018corpo basso\u2019 del fortilizio, con i suoi bastioni angolati, la difesa avveniva per mezzo di armamento con bocche da fuoco.
\nIl Castello situato \u201cin excelso rupis\u201d, descritto dal notaio- poeta Ursone da Vernazza nel 1242 e legato alla storia di tutta la Colonia Januensis, non sfugg\u00ec alla vicende napoleoniche iniziate con la consegna di Genova e della sua secolare repubblica a Napoleone nel 1797.
\nIn quel periodo, Napoleone destinava il Castello di Porto Venere a prigione politica con la conseguente deturpazione della grande sala ipostila, nella quale sono ancora visibili i segni delle inferriate. Il panorama che si gode dall\u2019alto del Castello intitolato ad Andrea Doria \u00e8 di straordinaria bellezza e questo fortilizio suscita anche ammirazione, poich\u00e9 per secoli ha difeso la base navale di Porto Venere, celebrata quale baluardo di Genova nel Mar Tirreno.<\/p>\n
INGRESSO INTERO: \u20ac 5.00<\/p>\n