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Il 20 febbraio 1618 i Frati Cappuccini – nella figura di Padre Clemente da Castelletto – collocarono la croce sui terreni in zona Castello e Buranco che il parlamento di Monterosso aveva loro donato; l\u2019anno successivo si inizi\u00f2 la costruzione e i religiosi si installarono nel convento il 28 marzo del 1622; l\u2019edificio risultava costituito da dodici celle pi\u00f9 gli ambienti comunitari, con orti su pi\u00f9 livelli, Chiesa e sagrato.<\/p>\n
Il 23 maggio 1623 il Vescovo Diocesano Gio Batta Salvago consacr\u00f2 la Chiesa con il titolo della Vergine Immacolata e di San Francesco d\u2019Assisi. I lavori durarono dal 1620 al 1640, il convento ospit\u00f2 mediamente dalle otto alle dieci persone. I Frati Cappuccini hanno sempre seguito da vicino le sorti del borgo e sono stati un insostituibile aiuto sia spirituale che concreto.<\/p>\n
Nel XIX secolo malgrado la popolazione insorgesse il convento venne chiuso per effetto delle leggi napoleoniche: il fermo avvenne nel gennaio 1810 quando nel convento erano presenti anche numerosi Frati di origine monterossina, alcuni di essi presero dimora nel borgo e poterono cos\u00ec continuare a custodire la Chiesa.<\/p>\n
Nel maggio 1816 parte del convento viene\u00a0concessa ai\u00a0Frati. Ma la pace claustrale dur\u00f2 solamente un cinquantennio: nel 1867 il complesso venne nuovamente chiuso per effetto delle leggi sabaude, per evitare lo smembramento gli orti vennero comprati da Pietro Benvenuto di Monterosso ed il convento venne rilevato dal reverendo Giuseppe Pollicardo di Monterosso che vi abit\u00f2, con l\u2019intento di farvi ritornare i Frati. Il convento fu riaperto\u00a0nel 1895 dalla stessa congregazione che l\u2019aveva fondato. Negli orti storici si coltivavano limoni e vigneti oltre ad ortaggi e alberi da frutto. Nell\u2019ultimo decennio del XX secolo la Congregazione chiuse il convento per mancanza di religiosi e successivamente diede in gestione la struttura. Questo fu un periodo triste per la comunit\u00e0\u00a0di Monterosso che si \u00e8 vista privata del suo Convento, e purtroppo la struttura venne snaturata delle sue funzioni.<\/p>\n
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Dal 2006 il Convento \u00e8 tornato alla sua antica funzione di luogo di pace e raccoglimento e soprattutto \u00e8 aperto all\u2019ospitalit\u00e0 per quanti vogliono godere della sua misticit\u00e0, grazie ad un progetto tra le Province dei Frati Cappuccini ed alla dinamicit\u00e0 di chi vi opera. Il progetto si fa promotore di numerose attivit\u00e0 di alto valore culturale e di valorizzazione e diffusione della storia locale oltre che di valorizzazione e conoscenza del patrimonio artistico e storico in esso contenuto (numerose le tele di valore e la “Crocifissione<\/strong>” attribuita al pittore fiammingo\u00a0Antoon Van Dyck<\/em>). Il senso pi\u00f9 puro ed immediato del rapporto tra il paese ed il convento \u00e8 espresso dalle parole di un attore-artista e poeta di Monterosso:<\/p>\n