{"type":"FeatureCollection","features":[{"type":"Feature","properties":{"id":8505,"name":"Badia a Coneo","description":"
Il pi\u00f9 antico documento riguardante l’abbazia \u00e8 il suo registro necrologico dal quale \u00e8 possibile estrarre delle informazioni sulla vita interna del monastero. In data 15 maggio di un anno imprecisato dell’XI secolo qui mor\u00ec il vescovo di Firenze Lamberto che nel 1032 vi era entrato come semplice monaco, inoltre sappiano che a quel tempo l’organizzazione del cenobio era affidata ad un abate, come Giovanni morto il 19 marzo, ed era in funzione un ospedale il cui custode era il converso Erito morto un 23 aprile, ed anche un mulino guidato dal converso Azzo deceduto un 24 aprile; caso del tutto eccezionale e prova di una precocissima penetrazione nella Valdelsa della pittura \u00e8 la presenza nell’abbazia di un tale Bonitio pictor deceduto un 31 maggio.<\/p>\n
L’aggregazione alla riforma vallombrosana avvenne tra il 1073 e il 1076; nei capitoli dell’ordine convocati nel 1095 e nel 1100 il priore dell’eremo di Con\u00e8o era presente e nel registro necrologico risulta che il 15 gennaio 1086 qui morirono Pietro monaco vallombrosano e vescovo di Pistoia e suo fratello Placido. Dopo il passaggio all’ordine vallombrosano si decise di innalzare una nuova chiesa abbaziale, chiesa la cui costruzione inizi\u00f2 sicuramente dopo il 5 maggio 1108 e che venne intitolata a Santa Maria e consacrata nel 1124 alla presenza dei vescovi di Volterra, di Anagni e di Acqui. Il vescovo di Volterra era anche il proprietario del monastero e sappiamo che alla met\u00e0 del XII secolo era retto da un abate di nome Ugo che venne confermato nel suo ruolo il 23 aprile 1179 da papa Alessandro III e nel 1195 l’abate si chiamava Ildebrando.<\/p>\n
Nel periodo a cavallo tra il XII e il XIII secolo l’abate di Con\u00e8o ricopr\u00ec spesso ruoli di grande importanza nella societ\u00e0 colligiana e da essa ricevette spesso delle donazioni: il 25 giugno 1197 l’abate Bonato ricevette in dono dei beni posti a Montegabbro e Circiniano da un ricco colligiano e da sua moglie alla presenza di Buoninsegna console del comune di Colle[3]; ancora nel 1224 l’abate di Con\u00e8o venne chiamato a far da giudice e paciere in una contesa che vedeva contrapposti il frate minore Paolo e l’arciprete Zanghello per stabilire chi dovesse predicare nelle chiese colligiane. Nel 1254 per ripianare i debiti contratti dal vescovo volterrano nei confronti dei banchieri senesi l’abbazia di Con\u00e8o fu costretta a dare in pegno a questi ultimi i suoi beni ma nonostante ci\u00f2 alla fine del XIII secolo le rendite dell’abbazia erano ingenti del tutto paragonabili ad altri ricchi monasteri valdelsani come dimostrano le decime pagate nel 1276 che ammontarono a 23 lire e 7 soldi, cifra salita a 35 lire l’anno successivo mentre tra il 1296 e il 1303 pagarono ogni anno quasi 35 lire<\/p>\n
Per tutta la prima met\u00e0 del XIII secolo il cenobio fu sottoposto ai Signori di Picchena, che il 14 dicembre 1324 fecero nominare il nuovo abate che ricevette un giuramento di fedelt\u00e0 da parte dei rettori delle chiese di Santa Margherita a Dometaio, San Pietro a Montegabbro, dei Santi Giusto e Andrea a Picchena e dal priore della Badia del Sale, tutte chiese dipendenti da Con\u00e8o. In seguito i rapporti con i Signori di Picchena si fecero difficili e l’abbazia chiese aiuto alla Repubblica fiorentina, che interessata ad espandersi nella zona fu ben felice di intervenire. Un primo intervento lo fece il 22 gennaio 1354 ammonendo i Picchena per le offese fatte al cenobio visto che<\/p>\n
\u00abai suoi lavoratori e famiglie ingiuriando e vietando i poderi\u00bb<\/em><\/p>\n ma i Picchena non dovettero dare ascolto ai consigli visto che il 10 agosto 1355 gli uomini di Con\u00e8o si rivolsero ai fiorentini segnalando che<\/p>\n \u00abquelli da Picchena tengono e anno tolta a l’abate la badia di Con\u00e8o\u00bb<\/em><\/p>\n Tra il XIV e XV secolo l’abbazia inizi\u00f2 a decadere e fu data in commenda ma non fu un’ottima scelta visto che nel 1427 risulta<\/p>\n \u00abil commendatario poco o punto si curasse della mantenimento delle fabbriche, e soltanto si mantenesse un abate, un monaco salariato con lire 8 annue, ed un fante con lire 12\u00bb<\/em><\/p>\n Nel XVI secolo la commenda pass\u00f2 anche al cardinale Alessandro Farnese futuro papa Paolo III e agli umanisti Paolo Cortesi e Aonio Paleario.<\/p>\n Nel 1576 la vecchia badia era diventata una parrocchia da cui dipendevano 30 famiglie per circa 150 abitanti[8] e possedeva dei beni per 400 ducati e i cui patroni furono prima Giovanni Francesco Lottini vescovo di Conversano poi a Giuliano Marucelli parente del cardinale Farnese e infine all’abate pistoiese Lelio Tolomei. Dopo la creazione della diocesi di Colle Val d’Elsa la chiesa ne divenne una dipendenza e fu elevata a pieve con 7 chiese suffraganee.<\/p>\n Gli abitanti della parrocchia di Coneo erano in costante aumento tanto che alla met\u00e0 del XVIII secolo si ritenne necessario effettuare dei lavori di adeguamento che interessarono sia l’interno che l’esterno.<\/p>\n La chiesa venne totalmente restaurata tra il 1920 e il 1922, in quell’occasione col contributo economico del comune di Colle vennero rimosse tutte integrazioni barocche e l’edificio fu riportato allo stile romanico. Oggi, a causa dello spopolamento delle campagne e per una diminuita pratica religiosa, la chiesa \u00e8 quasi sempre chiusa e perci\u00f2 poterla visitare all’interno \u00e8 molto difficile.<\/p>\n All’edificio della chiesa, consistente in una navata rettangolare con transetto absidato coperto a volta con una cupola sulla crociera, sono affiancati gli edifici del monastero. Tutto il complesso \u00e8 il risultato di un’unica fase costruttiva e presenta una muratura realizzata a corsi paralleli e orizzontali di conci in travertino e arenaria.<\/p>\n La facciata presenta un portale architravato con arco a tutto sesto con la ghiera decorata a rosette e cordone inserito in una finta galleria pensile composta da cinque arcate poggianti su colonne concluse da capitelli decorati con figure antropomorfe e da mensole scolpite con figure zoomorfe. Ai margini della facciata sono collocate due semicolonne concluse da capitelli ungulati. L’ordine superiore della facciata \u00e8 stato profondamente alterato con gli ultimi restauri visto che prima vi si apriva una bifora sovrastata da un campanile a vela<\/p>\n Dall’esterno l’unico fianco perfettamente visibile \u00e8 quello settentrionale in cui si aprono tre monofore con archivolto in bicromia poste a distanza regolare. In alto la fiancata \u00e8 coronata da una serie di archetti monolitici decorati a foglie di palma sostenuti da mensole decorate a figure antropomorfe quali teste maschili collegate da festoni, sopra la quale \u00e8 posta la cornice decorata con foglie e racemi che \u00e8 sta definita Questa decorazione \u00e8 paragonabile quella del Duomo di Volterra e a quella della Badia di Montepiano e corre per tutta la fiancata, per il tiburio e si interrompe all’altezza del braccio del transetto sinistro dove era previsto l’innalzamento del campanile poi mai completato.<\/p>\n Al transetto sinistro, a cui in un’epoca imprecisata venne addossata una costruzione oggi ridotta a rudere, presenta una monofora a colonnine con arco bicromico e davanzale scolpito a rosette inquadrata tra due lesene, la monofora \u00e8 molto simile a quelle presenti nella chiesa di Cellole e nella chiesa di Cedda.<\/p>\n La zona della tribuna ha un aspetto molto simile a quello della cattedrale di Sovana o di altre abbazie maremmane ed \u00e8 caratterizzata dal volume dell’abside centrale e dalla bassa struttura che contiene quelle laterali come nella pieve di Mensano. Il coronamento della curva absidale \u00e8 simile a quello delle fiancate ma qui \u00e8 arricchito da una serie di testine poste sotto gli archetti e da rosette e intrecci viminei nella cornice. In corrispondenza di ognuna delle tre navate si aprono altrettante monofore con archivolto monolitico a doppio sguancio. Il paramento murario della parte bassa della zona absidale \u00e8 realizzata a bozze di pietra e probabilmente appartiene ad un edificio preesistente. Tutto l’edificio \u00e8 sovrastato dal tiburio ottagonale che contiene la cupola coperta con un tetto a piramide, presenta una sola apertura ad occhio molto stretta ed \u00e8 decorato da racemi e archetti pensili poggianti su mensole antropomorfe alternate a piccole colonne<\/p>\n L’interno della chiesa \u00e8 a croce latina sul tipico modella della chiese vallombrosane e in questo causo \u00e8 simile a quello della Badia a Coltibuono e alla Badia Berardenga. Lo spazio tra l’aula e il presbiterio con i transetti e separato da un arcone a risega poggiante su semicolonne pensili, motivo tipico delle chiese vallombrosane fiorentine.<\/p>\n La zona del presbiterio \u00e8 suddivisa in tre sezioni ben distinte: le due sezioni laterali formate dai bracci dei transetti che presentano una volta a botte e l’abside profondamente incassata nella muratura a sacco; e la sezione formata dalla crociera, separata dalle navate minori da arconi ricassati poggianti su semicolonne, conclusa da una cupola a spicchi.<\/p>\n L’aula ecclesiale \u00e8 coperta a capriate in bella vista. Sulla parte destra \u00e8 posto il portale che d\u00e0 accesso al monastero e te monofore molto simili ma disassate rispetto a quelle sulla sinistra. Addossate alle pareti laterali vi sono delle semicolonne che presentano dei capitelli con pulvini molto sporgenti come nella Pieve di Scola. Una volta entrati in chiesa i primi due che si incontrano sono quelli che decorano le semicolonne al centro della navata e mostrano entrambi due figure di oranti o forse di cariatidi divise da una colonna e vestite con tuniche di diversa foggia; le figure di sinistra rappresentano due monaci minacciati da un serpente. I capitelli posti per sostenere l’arcone centrale presentano una decorazione a fogliame ma hanno i pulvini decorati a racemi e fiori a cinque punte come gli abachi della pieve di Coiano. Tutti gli altri capitelli presentano una semplice decorazione a fogliami.<\/p>\n I locali del monastero sono addossati alla parete meridionale e sono interamente raccolti intorno ad un chiostro a cui si pu\u00f2 accedere da un arco retto da due capitelli posto alla destra del portale di accesso.<\/p>\n I capitelli sono interessanti: quello di sinistra \u00e8 scolpito con le figure di due palmizi con al centro un volatile su un albero mentre quello di destra presente Adamo ed Eva ai lati dell’albero della vita, elementi scolpiti con plastica consistenza, che torna nei capitelli della vicina pieve di sant’Ippolito<\/p>\n <\/p>\n [testo tratto da Wikipedia]<\/em><\/p>\n","modified":"2020-11-27T18:34:15","color":"","icon":"","noDetails":false,"noInteraction":false,"zindex":"","imageGallery":[{"src":"https:\/\/selfguided-toscana.it\/wp-content\/uploads\/2018\/04\/DSC02788-1024x683.jpg","id":8427,"caption":"SONY DSC"},{"src":"https:\/\/selfguided-toscana.it\/wp-content\/uploads\/2018\/04\/DSC02789-1024x683.jpg","id":8429,"caption":"SONY DSC"},{"src":"https:\/\/selfguided-toscana.it\/wp-content\/uploads\/2018\/04\/DSC02790-1024x683.jpg","id":8431,"caption":"Via Francigena Badia a Coneo (SI)"}],"image":"https:\/\/selfguided-toscana.it\/wp-content\/uploads\/2018\/04\/DSC02790-1024x683.jpg","taxonomy":{"webmapp_category":[242]},"accessibility":{"mobility":{"check":false,"description":""},"hearing":{"check":false,"description":""},"vision":{"check":false,"description":""},"cognitive":{"check":false,"description":""},"food":{"check":false,"description":""}},"reachability":{"by_bike":{"check":false,"description":""},"on_foot":{"check":false,"description":""},"by_car":{"check":false,"description":""},"by_public_transportation":{"check":false,"description":""}},"locale":"it","source":"https:\/\/selfguided-toscana.it\/wp-json\/wp\/v2\/poi\/8505","wp_edit":"http:\/\/selfguided-toscana.it\/wp-admin\/post.php?post=8505&action=edit","translations":{"en":{"id":8507,"name":"Badia a Coneo","web":"https:\/\/selfguided-toscana.it\/\/badia-a-coneo\/?lang=en","source":"https:\/\/selfguided-toscana.it\/wp-json\/wp\/v2\/poi\/8507","description":" The oldest document concerning the abbey is its necrological register from which it is possible to extract information on the internal life of the monastery. On 15 May of an unspecified year of the 11th century, the bishop of Florence Lamberto died here, who had entered it as a simple monk in 1032, also know that at that time the organization of the monastery was entrusted to an abbot, such as John who died on 19 March, and a hospital was in operation whose custodian was the lay brother Erito who died on 23 April, and also a mill run by the lay brother Azzo who died on 24 April; A totally exceptional case and proof of a very early penetration of painting in the Valdelsa is the presence in the abbey of a certain Bonitio pictor who died on May 31st. The aggregation to the Vallombrosan reform took place between 1073 and 1076; in the chapters of the order summoned in 1095 and 1100 the prior of the hermitage of Con\u00e8o was present and in the necrological register it appears that on January 15, 1086, Pietro monk from Vallombrosan and bishop of Pistoia and his brother Placido died here [1]. After the transition to the Vallombrosan order it was decided to build a new abbey church, a church whose construction certainly began after May 5, 1108 and which was dedicated to Santa Maria and consecrated in 1124 in the presence of the bishops of Volterra, Anagni and Acqui . The bishop of Volterra was also the owner of the monastery and we know that in the mid-twelfth century it was ruled by an abbot named Ugo [3] who was confirmed in his role on 23 April 1179 by Pope Alexander III and in 1195 the abbot was called Ildebrando. In the period between the 12th and 13th centuries, the abbot of Con\u00e8o often held roles of great importance in the Colligiana society and often received donations from it: on 25 June 1197 the abbot Bonato received as a gift some goods placed in Montegabbro and Circiniano by a rich man from Colle and his wife in the presence of Buoninsegna consul of the municipality of Colle [3]; again in 1224 the abbot of Con\u00e8o was called to act as judge and peacemaker in a dispute between the friar minor Paolo and the archpriest Zanghello to establish who should preach in the Colligiane churches [3]. In 1254 to settle the debts contracted by the bishop of Volterra towards the Sienese bankers, the abbey of Con\u00e8o was forced to pledge its assets to the latter but despite this at the end of the 13th century the abbey’s revenues were enormous and completely comparable to other rich Valdelsan monasteries as evidenced by the tithes paid in 1276 which amounted to 23 lire and 7 soldi, a figure that rose to 35 lire the following year while between 1296 and 1303 they paid almost 35 lire every year<\/p>\n Access portal “To its workers and families by insulting and banning the farms”<\/p>\n but the Picchena family did not have to heed the advice given that on 10 August 1355 the men of Con\u00e8o turned to the Florentines, reporting that<\/p>\n “Those from Picchena keep the abbot of Con\u00e8o from the abbot”<\/p>\n Between the fourteenth and fifteenth centuries the abbey began to decline and was given in command but it was not an excellent choice since in 1427<\/p>\n “The commendatory took little or no interest in maintaining the factories, and only an abbot, a monk salaried with 8 lire per year, and an infantryman with 12 lire were maintained”<\/p>\n In the sixteenth century the commenda also passed to Cardinal Alessandro Farnese, the future Pope Paul III, and to the humanists Paolo Cortesi and Aonio Paleario. In 1576 the old abbey had become a parish on which 30 families depended for about 150 inhabitants [8] and owned assets for 400 ducats and whose patrons were first Giovanni Francesco Lottini bishop of Conversano then to Giuliano Marucelli, relative of the cardinal Farnese and finally to the Pistoian abbot Lelio Tolomei. After the creation of the diocese of Colle Val d’Elsa, the church became a dependence and was elevated to a parish with 7 suffragan churches. The inhabitants of the parish of Coneo were constantly increasing, so much so that in the mid-eighteenth century it was considered necessary to carry out some adaptation works that affected both the interior and the exterior. The church was completely restored between 1920 and 1922, on that occasion with the economic contribution of the municipality of Colle all baroque additions were removed and the building was restored.<\/p>\n"}},"web":"https:\/\/selfguided-toscana.it\/poi\/badia-a-coneo\/","addr:street":"","addr:housenumber":"","addr:postcode":"","addr:city":"","contact:phone":"","contact:email":"","opening_hours":"","capacity":"","sequence":1},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[11.0727366,43.3991821]}},{"type":"Feature","properties":{"id":1297,"name":"Caldane Gracciano","description":" Punto refrigerio per bagno o pediluvio. Da qui potete seguire ancora il tracciato ufficiale VF<\/p>\n","modified":"2020-12-23T11:28:57","color":"","icon":"","noDetails":false,"noInteraction":false,"zindex":"","imageGallery":[{"src":"https:\/\/selfguided-toscana.it\/wp-content\/uploads\/2018\/04\/DSCN1845-1024x768.jpg","id":8361,"caption":"Gracciano 4"},{"src":"https:\/\/selfguided-toscana.it\/wp-content\/uploads\/2018\/04\/DSCN1843-1024x768.jpg","id":8359,"caption":"Gracciano 3"},{"src":"https:\/\/selfguided-toscana.it\/wp-content\/uploads\/2018\/04\/DSCN1841-1024x768.jpg","id":8357,"caption":"Gracciano 2"},{"src":"https:\/\/selfguided-toscana.it\/wp-content\/uploads\/2018\/04\/DSCN1840-1024x768.jpg","id":8355,"caption":"Gracciano"}],"image":"https:\/\/selfguided-toscana.it\/wp-content\/uploads\/2018\/04\/CaldaneGracciano-1024x576.jpg","taxonomy":{"webmapp_category":[248]},"accessibility":{"mobility":{"check":false,"description":""},"hearing":{"check":false,"description":""},"vision":{"check":false,"description":""},"cognitive":{"check":false,"description":""},"food":{"check":false,"description":""}},"reachability":{"by_bike":{"check":false,"description":""},"on_foot":{"check":false,"description":""},"by_car":{"check":false,"description":""},"by_public_transportation":{"check":false,"description":""}},"locale":"it","source":"https:\/\/selfguided-toscana.it\/wp-json\/wp\/v2\/poi\/1297","wp_edit":"http:\/\/selfguided-toscana.it\/wp-admin\/post.php?post=1297&action=edit","translations":{"en":{"id":9168,"name":"Caldane Gracciano","web":"https:\/\/selfguided-toscana.it\/\/caldane-gracciano\/?lang=en","source":"https:\/\/selfguided-toscana.it\/wp-json\/wp\/v2\/poi\/9168","description":" Refreshment point for bath or foot bath. 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Questa \u00e8 la stessa abbazia citata dall\u2019Arcivescovo Sigerico<\/strong>\u00a0come Borgonuovo \u2013 il nome originale del luogo. \u00c8 stato lui a \u201cdisegnare\u201d il percorso della Francigena nel 990 d.C., quando relazion\u00f2 le 79 tappe compiute durante il suo viaggio di ritorno da Roma, dove si era recato per ricevere l’investitura papale, a Canterbury.<\/p>\n Bellissima la tratta della Francigena Toscana che collega l\u2019antico borgo a Monteriggioni. Il percorso \u00e8 di basso livello di difficolt\u00e0 e si svolge per 4 km circa.\u00a0Grande distese dorate di grano<\/strong>, boschi e suggestivi scorci del castello, meta del viaggiatore.<\/p>\n Chi cerca\u00a0accoglienza low cost<\/strong>, trover\u00e0 ad\u00a0Abbadia a Isola<\/strong>\u00a0l\u2019ostello comunale Contessa Ava<\/strong><\/p>\n","modified":"2020-12-22T14:35:33","color":"","icon":"","noDetails":false,"noInteraction":false,"zindex":"","imageGallery":[{"src":"https:\/\/selfguided-toscana.it\/wp-content\/uploads\/2020\/12\/dsc07118_29068324124_o-682x1024.jpg","id":8830,"caption":"Badia a Isola"},{"src":"https:\/\/selfguided-toscana.it\/wp-content\/uploads\/2020\/12\/dsc07139_29403774360_o-1024x682.jpg","id":8840,"caption":"Via Francigena Badia a Isola"}],"image":"https:\/\/selfguided-toscana.it\/wp-content\/uploads\/2020\/12\/dsc07118_29068324124_o-682x1024.jpg","taxonomy":{"webmapp_category":[176]},"accessibility":{"mobility":{"check":false,"description":""},"hearing":{"check":false,"description":""},"vision":{"check":false,"description":""},"cognitive":{"check":false,"description":""},"food":{"check":false,"description":""}},"reachability":{"by_bike":{"check":false,"description":""},"on_foot":{"check":false,"description":""},"by_car":{"check":false,"description":""},"by_public_transportation":{"check":false,"description":""}},"locale":"it","source":"https:\/\/selfguided-toscana.it\/wp-json\/wp\/v2\/poi\/8839","wp_edit":"http:\/\/selfguided-toscana.it\/wp-admin\/post.php?post=8839&action=edit","translations":{"en":{"id":9156,"name":"Badia a Isola","web":"https:\/\/selfguided-toscana.it\/\/badia-a-isola\/?lang=en","source":"https:\/\/selfguided-toscana.it\/wp-json\/wp\/v2\/poi\/9156","description":" It was precisely this privileged position that greatly increased the power of the abbey, which enjoyed great strategic importance in the Middle Ages. The Black Plague marked the end of the place: the monks, having little space at their disposal, threw their dead in a ditch near the well from which they drew water to drink, infesting the entire population. Inside the splendid Romanesque church with a basilica plan, a fresco is still visible where the village seems to float on the water. This is the same abbey mentioned by Archbishop Sigeric as Borgonuovo – the original name of the place. It was he who “designed” the route of the Francigena in 990 AD, when he related the 79 stages completed during his return journey from Rome, where he had gone to receive the papal investiture, in Canterbury. The section of the Tuscan Francigena that connects the ancient village to Monteriggioni is beautiful. The route is of low level of difficulty and runs for about 4 km. Great golden expanses of wheat, woods and suggestive views of the castle, a destination for the traveler. Those looking for low cost accommodation will find the Contessa Ava municipal hostel in Abbadia a Isola<\/p>\n"}},"web":"https:\/\/selfguided-toscana.it\/poi\/badia-a-isola-2\/","addr:street":"","addr:housenumber":"","addr:postcode":"","addr:city":"","contact:phone":"","contact:email":"","opening_hours":"","capacity":"","sequence":3},"geometry":{"type":"Point","coordinates":[11.1941241,43.3879013]}},{"type":"Feature","properties":{"id":8827,"name":"Ostello Ava dei Lambardi","description":" L’ostello \u00e8 di propriet\u00e0 comunale ed \u00e8 ricavato nei locali monastici dell’ex-abbazia dei SS. Salvatore e Cirino all’Isola, fondata dalla contessa Ava nel 1001 lungo la Via Francigena.<\/p>\n La struttura, aperta nel 2015, dispone di 50 posti letto distribuiti in camere singole, doppie e multiple.<\/p>\n Abbadia Isola si trova lungo il percorso ministeriale della Francigena, a circa 3,5 Km dal castello di Monteriggioni in direzione S. 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Esterno<\/h2>\n
\n\u00abincerta nell’intaglio, ancora pi\u00f9 arcaicizzante di quella della pi\u00f9 antiquata maestranza di Sovana\u00bb<\/p>\nInterno<\/h2>\n
Monastero<\/h2>\n
Throughout the first half of the 13th century the monastery was subjected to the Lords of Picchena, who on 14 December 1324 had the new abbot nominated who received an oath of allegiance from the rectors of the churches of Santa Margherita a Dometaio, San Pietro a Montegabbro, dei Santi Giusto and Andrea in Picchena and the prior of the Badia del Sale, all churches dependent on Con\u00e8o. Afterwards, relations with the Lords of Picchena became difficult and the abbey asked for help from the Florentine Republic, which interested in expanding into the area was happy to intervene. A first intervention was made on January 22, 1354, admonishing the Picchenas for the offenses made to the monastery since<\/p>\n