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Mentre cominciamo a salire, giunti a questo punto, seguendo una leggera deviazione, si arriva alla cascata in localit\u00e0 Parabocio. Questa piccola cascata \u00e8 alimentata dal deflusso carsico, caratteristica abbastanza diffusa in tutta l\u2019area. Il carattere prevalentemente carbonatico dei Monti Prenestini genera molteplici fenomeni carsici. Come riportato dallo Scotoni[1]<\/sup><\/a> nella regione prenestina si possono individuare circa 34 doline (distribuite altimentricamente: quasi assenti sotto i 400 m.s.l.m., scarsissime tra i 400 e i 600, rare nella fascia tra 600-800, alquanto diffuse tra 800 e 1000 e decisamente pi\u00f9 numerose oltre i 1000) , 16 pozzi carsici (la met\u00e0 dei quali si \u00e8 generato per dissoluzione e il resto per il crollo della volta di cavit\u00e0 sotterranee), 12 grotte quasi tutte createsi per corrosione (in una delle quali sono stati trovati anche due endemismi) e tre finestre orografiche. Un\u2019altra importante caratteristica dell\u2019attivit\u00e0 carsica sui Monti Prenestini sono i Vettavoni (cos\u00ec localmente chiamati) che avvengono per cedimento della coltre alluvionale e sono tipiche manifestazioni delle Prata di Guadagnolo.<\/p>\n I fenomeni carsici dei Monti prenestini sono caratterizzati da una lenta evoluzione e possiamo notare un certo equilibrio numerico tra le manifestazioni carsiche di superficie e quelle sotterranee. Proprio l\u2019elevato numero di sorgenti basali fa ipotizzare un diffuso carsismo ipogeo.<\/p>\n Il carsismo diffuso ha generato molte conseguenze da un punto di vista antropico, per esempio l\u2019assenza degli insediamenti sparsi nelle aree centrali e settentrionali dovuto in parte alla scarsit\u00e0 d\u2019acqua che impoveriva i gi\u00e0 bassi rendimenti agricoli.<\/p>\n